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Parliamo di Baglioni…..e Sanremo

Parliamo di Baglioni.

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O meglio, cerchiamo di affrontare la questione di Sanremo, per la quale da subito il cantautore ha visto volare su di sé, raso collo, la mannaia degli Haters con insulti, minacce e critiche. Cosa è successo realmente? Durante la conferenza stampa di presentazione del Festival di Sanremo, Baglioni ha espresso la sua opinione riguardo «un Paese incattivito» ed in dichiarazioni a seguito di intervista diretta, ha anche affrontato la questione migranti. “Non doveva”, è stato detto. “ Non è il suo compito”, “Non è un politico” e via dicendo.
Forse non è un politico, difficile però da distinguere chi fa politica di professione, e quindi secondo taluni è autorizzato a parlarne, e chi parla di politica, ma è un cantautore.

Perché alla fine, chi scrive testi, poesie, libri o canzoni, esprime sentimenti, concetti, riflessioni, anche politiche.

Se partiamo dal concetto che tutto lo è, tutto. Ma gli odiatori di professione che acca 24 presidiano la rete, i cosiddetti “haters”, si sono messi in moto subito e hanno “manganellato” di brutto il cantautore. Ancora adesso, dopo esser trascorso un giorno, c’è l’orda barbarica che imperversa sui social contro di lui, pochi che si firmano con nome e cognome, molti che usano da vigliacchi l’anonimato dei nickname e simboli vari, tra cui bandiere con il tricolore e slogan molto tipici di una certa cultura, diciamo molto poco incline alla democrazia ed alla libertà di pensiero. Quella libertà per cui i nostri predecessori hanno perso la vita. La libertà di poter dire ciò che si pensa. Sapete che significa questo? E’ quella stessa libertà che vi state prendendo voi, ma senza saperla usare degnamente.
Claudio, amichevolmente chiamato, è stato giudicato gravemente colpevole dal tribunale del popolo, quello più pericoloso e peggiore dei tribunali, quello che ti metterebbe al rogo senza prove, come in tempi passati è accaduto, tanto più se aizzato da manovratori interessati a questo, per aver espresso, durante la conferenza stampa di presentazione del prossimo Festival di Sanremo che condurrà anche nel 2019 e forse mai più, alcune riflessioni “vere” sulla scarsa armonia che si respira nel Paese, giudicato da lui stesso, confuso e cieco, allo sbando culturale.
Affermare che : «La classe politica, quella dirigente e l’opinione pubblica hanno mancato paurosamente. Siamo un Paese incattivito, rancoroso, guardiamo con sospetto anche la nostra ombra, e questo è un disastro prima di tutto di ordine intellettuale», è davvero così sbagliato? NO, non lo è.

E’ sotto gli occhi di tutti quanto siamo diventati, al di là dello schieramento di appartenenza. Come sempre affermo, i social hanno messo ben in evidenza l’animo umano, forse riuscendo persino a peggiorarlo. E forse, anche senza il forse, chi ha guidato la politica negli ultimi anni non ha ben compreso la necessità di mettere dei confini al buonismo. Ed oggi ci troviamo come un popoli che reagisce, talvolta giustamente, e va dietro al populismo anzichè al sentimento ed alla ragione. Alla razionalità.
E poi, l’intervento sulla questione Sea Watch e migranti, che ha fatto traboccare il vaso: «Se non fosse drammatica ci sarebbe da ridere. Non si può pensare di risolvere la situazione di milioni di persone in movimento e in situazioni di disagio evitando lo sbarco di quaranta persone, li prendo io o li prendi tu. Non credo che un dirigente politico oggi abbia la capacità di risolvere la questione, però dovrebbe almeno saper dire la verità, e cioè che siamo di fronte a un grande problema e dobbiamo metterci tutti nella condizione di risolverlo».
Questo è ciò che pensa Baglioni. E lo ha detto. Sicuramente ben consapevole delle conseguenze, che puntualmente sono arrivate il giorno dopo. Ha avuto coraggio? Non so se si può chiamare coraggio, preferisco dire che come sempre è sincero, coerente, vero. Umano. Non ipocrita. Umano. Quindi con le sue legittime reazioni. Indipendente. Non timido conservatore del suo ruolo, senza paura. E’il suo pensiero, ovviamente si può non essere d’accordo, del resto ( per ora) siamo in un Paese democratico: c’è chi la pensa in un modo, e chi in un altro. Basterebbe osservare rispetto per chi non la pensa come noi. Non accuse pesanti, epurazioni dalla Rai e da Sanremo, bugie e minacce personali. Si legge davvero il peggio dell’umanità, inteso come essere umano. Perché, datemi retta, di umanità ne è rimasta davvero poca. E’ un Direttore di spettacolo di un palinsesto nazional-statale, è un cantautore, non doveva entrare nell’argomento?. Da sempre  Claudio Baglioni è sensibile al tema Immigrazione. Lo ricordiamo a Lampedusa, dove già 25 anni fa si è messo ad inventare uno spettacolo “ O Scià” che voleva dire “ Mio respiro…” nato per non far morire l’isola, nominata ai tempi solo per gli sbarchi. Erano disperati, i turisti iniziavano a disdire le prenotazioni e le attività erano al collasso. Lo ricordo bene, io. Quando mi sono recata laggiù, per ben 5 anni di seguito, mai ho visto Immigrati in giro, mai. Erano tutti ben recintati nel Centro di accoglienza. L’isola però viveva. Eccome se viveva!
Quando incontrai Claudio Baglioni, per strada, affrontammo anche questo tema, ed allora, come oggi, mi disse la stessa cosa. “Occorrono politiche giuste, in loco, ma se arrivano da noi, non possiamo gettarli in mare. Non possiamo cancellare i nostri sentimenti, come i peggio uomini della storia. Dobbiamo dare ricovero” La penso come lui, allora ed oggi. La questione è assai seria, ma non si risolve così, con il muro, ma con politiche di altro tipo. Cooperazione internazionale, investimenti nel loro paese, blocco delle partenze. Anche con controlli da parte del nostro esercito in territori dove questi rifugiati vengono violentati, picchiati e lasciati anche morire. Già, si. Morire. Ma tanto, a noi, che ci importa?
Noi, che siamo al caldo, al sicuro, assieme ai nostri cari. Come possiamo sapere cosa succede a chi, come tanti di loro, affrontano mare aperto per salvarsi da una terra che comunque li ucciderà? Noi che sappiamo solo puntare il dito, ma non dare la mano.
Noi che ci commuoviamo a Natale, ma non abbiamo minimamente coscienza del “ loro” Natale, quello di un popolo da sempre sfruttato, dimenticato da Dio….e dagli uomini.
Noi, civili. Sicuro?

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