L’arte magica del raccontare: il Maestro Michele Bertellotti
L’arte magica del raccontare, è l’arte del maestro Michele Bertellotti.
Un visionario, eclettico artista dalla mente brillante, e attenta al particolare, che ha fatto della sua vita artistica, ma non solo, un’immensa sinestesia.
Per definizione; “arte è ciò che viene riconosciuto come tale”.
Serve, dunque, una comunità che osservi e che giudichi. Da sempre.
La narrazione di una raffigurazione, attraverso una modalità non usuale, della quale Bertellotti è davvero Maestro, è un’attività molto creativa ed anche di enorme efficacia didattica: raccontare un’immagine (non necessariamente deve essere una tela) in questo caso tridimensionale, viva e immersa nello spazio libero dell’ambiente circostante, permette di intrecciare due modalità espressive diverse ma parallele.
Un linguaggio visivo fatto di linee, colore, luce, spazio, volume, composizione dell’immagine, del quadro d’insieme, e quello verbale fatto di Narrazione.
Frasi, figure retoriche, ritmo, curiosità, parole, aggettivi, avverbi etc. etc.
Risale al Novecento la svolta che segna il cambiamento nella ormai tradizionale e consolidata storia dell’arte: saltano le tecniche artistiche, saltano i riferimenti classici, saltano i soggetti e, ovviamente, salta anche il normale rapporto tra l’osservatore e il manufatto.
Ecco che attraverso le sue opere, che sono essenzialmente oggetti, o qualsiasi cosa possa ispirare la fantasia, ha spazio un messaggio da trasmettere, che intreccia satira, odori, sapori, contatti, voci, vicende, storie, allegorie, provocazioni, e profonde riflessioni.
Pionieri di questa nuova era e geometria d’arte, sono stati quei folli dei Futuristi.
Lo stesso oggetto artistico, creato con tecniche nuove, non è più classificabile secondo le vecchie tipologie. È così che vedono la luce nuove forme espressive come le performance e le istallazioni.
Realizzazioni che chiedono all’osservatore molto più della contemplazione.
Serve spiegare. Serve far capire, prendere per mano l’osservatore e condurlo al ragionamento nell’opera. Elementi narrativi che attraverso le istallazioni, che costituiscono l’anima delle opere, partono da riflessioni, introspezioni, provocazioni, ed anche denunce.
Un’opera d’arte rilascia di per sè emozioni, ma se l’artista riesce ad attirare gli spettatori dentro “quella” cornice fatta di oggetti e spazio, per portarli per mano a riflessioni, allora l’artista sta compiendo un grande passo in avanti.
Dal Serendipity, locale in piazza a Pietrasanta, dove prese vita I’M Art, a “La Valle degli Otti” a Pozzi-Pietrasanta: un progetto che ha preso vita nel periodo di Lockdown, ed in seguito alla chiusura del locale. E che oggi rappresenta l’incontro di molti che, recandosi qui, gioiscono dello spazio creativo che Bertellotti descrive con cura.
Un luogo magico dove perdersi nei meandri del pensiero e della libera emozione, in un contesto fuori dalla realtà.
Diverse le mostre effettuate dall’artista Bertellotti: da Save the Green, una istallazione che portava riflessione sul tema della salvaguardia ambientale con uno sguardo attento, ma senza rinunciare alla consueta ironia, perché – è il suo motto – si può riflettere sui grandi temi anche sorridendo, ed ecco per il Natale 2019 : “Non la solita zuppa! Un presepe fuori dal gregge”, oltre a ” Il Verso dell’Arte”, in Casa Carducci, prima volta in assoluto per il mondo dell’arte.
Inoltre lo ricordiamo essere stato presente nel 2018 a Pistoia, in Palazzo Comunale, con la mostra “Rebus 5-7″, ed in quell’occasione il Maestro ha donato una sua opera dal titolo “Non sono un peso” alla Fondazione Maic, che si occupa di disabilità, tutt’oggi visibile all’interno della sede.
L’arte del raccontare anche un grave disagio fisico, con una simbologia che fa riflettere, perchè come dice lo stesso artista:
“Ci sono quadri, non necessariamente tele o cartoncini, ma intesi come scene rappresentative di qualcosa, che aspettano solo di essere osservati attentamente, e raccontati.”
Questa è l’arte del Maestro Bertellotti, quella semplice degli oggetti, e dei pensieri, che messi assieme diventano storia, racconto, vita vissuta.
Narrazione.
Perchè senza l’osservatore, l’arte non esiste.
Ma anche senza narrazione, il racconto, la suggestione, l’immaginazione che diventa pensiero vivo e vissuto, l’arte non ha più senso.
–Maestro, e quel cartello piantato nel prato ?
Simona
UN AMICO ...UN GENIO DELLA FANTASIA .....UNA PERSONA SPECIALE IN TUTTI I SENSI...X ME UN FRATELLO ARTISTA...CHE FIDGATA! !!!!!!!!