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I bambini non si toccano

di Alessandra Tuci

Un paio di calzini pesanti, una coperta, un ciuccio. Quelle scarpe no, prendono troppo posto, meglio quell’altre, sono meno ingombranti.

Qualche medicinale, diverse bottiglie d’acqua. È la valigia fatta in fretta e furia da chi deve scappare. Ora, nell’immediato.

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I bambini non si toccano

Adesso, perché domani potrebbe essere troppo tardi. Si prende alla rinfusa quello che si può, qualsiasi cosa potrebbe essere utile ma senza che occupi troppo spazio. Quella valigia piccola racchiude tutto ciò che ci rimane. Anche un paio di orecchini, quelli regalati dai nonni per la prima comunione. Non sono indispensabili per vivere, ma sono tutto ciò che rimane dei ricordi passati. L’unico appiglio a quella vita così bella e che è cambiata in un batter d’occhio. In un istante. Cambiata per sempre.

È la vita di chi scappa da quelle orribili bombe che piovono dal cielo diventato improvvisamente grigio e buio.

Non ci sono spiragli di luce. Si scappa dove si può, come si può. Sono quasi tutte donne e bambini. Piccole creature che chiedono solo di poter vivere. Altri se ne sono già andati. Morti. Morti in nome di una guerra che non ha un volto, non ha una logica umana.

Non c’è alcuna giustificazione. È disumano tutto quello che sta accadendo e nessuno può farsene una ragione.

Perché quei bambini sono anche nostri. Sono anche figli nostri, con i loro sogni, le loro risate, la loro gioia di vivere.

Il loro emozionarsi per una carezza, il loro ridere per una faccia buffa. Sono i nostri figli che giocano con altri bambini, che imparano a leggere e a scrivere, che si addormentano tra le nostre braccia e che piangono se ci disperano se ci vedono uscire dalla porta di casa.

I bambini non si toccano. Sono i nostri figli, hanno la stessa gioia di vivere, mangiano con le mani e si divertono a stare con altri bimbi. Per questo ogni volta che muore uno di loro è che se morissimo anche noi. Come se morissero i nostri figli.

E chiunque si volti dinnanzi a tutto questo ha qualcosa di disumano. Perché la guerra è disumana e non può appartenere a questo mondo.

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