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IL MARE E’ DI TUTTI?

Il mare è di tutti? Si, lo è. Ma…..

Dal primo gennaio 2024 le spiagge italiane torneranno, per così dire, libere.

Chiunque potrà partecipare all’asta, per l’assegnazione di una o più concessioni balneari in base a nuovi criteri che il Consiglio dei ministri ha approvato tramite l’emendamento che, con le nuove regole, entrerà nel DDL Concorrenza.

Al pari delle zone militari, infatti, le spiagge rappresentano una proprietà demaniale, esclusiva dello stato, e non si possono acquistare, ma solo ricevere in licenza per un determinato periodo di tempo.

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Inutile dire che rappresenti una doccia fredda per tutti i balneari che, dopo 15 anni di battaglie contro la direttiva Bolkestein, si vedono a lottare per scongiurare un danno enorme.

Lotte che serviranno a ben poco, dato che nessun intervento legislativo o rinvio potrà evitare le aste. La decisione del Governo boccia l’estensione delle concessioni al 2033 stabilita dalla legge Centinaio del 2018. Si può solo tentare di limitare il danno.

Non si tratta di una decadenza immediata, sono stati concessi due anni per evitare l’impatto socio-economico di una decisione immediata, specie all’alba di una nuova (e si spera) fortunata stagione estiva.

Ma dal 2024 il settore sarà aperto alla concorrenza, come richiesto dall’Ue dal 2006, ed i concessionari attuali potranno partecipare alle gare ma senza specifici vantaggi. Questo il nodo focale su cui si battono forze politiche liberali: tener conto degli investimenti fatti, del valore di un’azienda ( come di fatto è una attività balneare), dei mutui bancari in corso stipulati per poter dare migliori servizi, adeguamenti strutturali, e lavoro a tante famiglie. Un indotto da paura, quello che gura attorno alle attività balneari: dalla Toscana, all’Adriatico ed il Sud.

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Una sentenza che scuote profondamente tutta la categoria, anche in Versilia che conta, da Torre del Lago a Marina di Carrara, oltre 600 imprese balneari.

“Sconcertante e sconvolgente” dicono Serena e Luca, del Bagno la Pia, in passeggiata a Viareggio.

Il problema non è quello della paura della concorrenza, bensì quella di non veder riconosciuta attenzione a chi, per anni e anni, ha tenuto botta e garantito posti di lavoro, oltre che ospitalità degna di questo nome, che ha portato tanto turismo in zona, e fatto girare economia. Discriminare così una categoria di professionisti, che ha generato importanti servizi, offerta turistica e know-how per il nostro territorio, è grave “

Quello che tutti chiedono, e lo fanno attraverso le associazioni di categoria e la politica, è quello di istituire alcuni adeguati paracaduti per gli attuali concessionari, a partire dal riconoscimento del valore aziendale a carico del gestore subentrante nei confronti di quello uscente in caso di passaggio di mano del titolo.

CE LA FARANNO?

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