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Chianti Classico Collection 2022

Chianti Classico Collection 2022: Una gran bella edizione, quella di quest’anno, che da il via alla ripartenza degli eventi sul vino, almeno in Toscana.

Ne parlo con di Yohana Fuller, Heritage Terroir Wine Comunicator, e Sommelier che ci racconta dal suo punto di vista di esperta, la Chianti Classico Collection 2022, caratterizzata da un imponente Gallo Nero.

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Yohana Fuller

Questa edizione di Chianti Classico Collection 2022, evento svolto alla Stazione Leopolda, è iniziata alla grande, pubblico numeroso e la sicurezza confermata nonostante il periodo.

” Bellissima location, sommelier e personale professionale, ed un merchandising utile per lasciare nella nostra memoria quello che rappresenta il Chianti Classico ‘Gallo Nero’.” racconta Yohana.

“Un imponente immagine di Gallo Nero ci da il benvenuto all’ingresso, aggiungendo le nuove UGA, ‘Unità geografiche Aggiuntive’ con l’obbiettivo di mostrare al pubblico il progetto studiato e proposto per suddividere in aree più ristrette il territorio del Gallo Nero.”

” Sono 11 le zone individuate attualmente che rappresentano la zona del Chianti Classico con questo nuovo progetto, otto comuni che da sempre rientrano nel territorio a denominazione del Chianti Classico, aree che per tradizione esprimono vini di alta qualità: Castellina, Castelnuovo Berardenga, Gaiole, Greve, Panzano, Radda, San Casciano, San Donato in Poggio, e l’aggiunta di 3 aree vocate; Lamole, Montefioralle e Vagliagli. ” aggiunge ancora Yohana Fuller,

Ma torniamo a noi. Le novità?

“Un’ altra novità è la modifica nell’uvaggio della Gran Selezione, 90 % la percentuale minima di vitigno Sangiovese e il 10% vitigni autoctoni. ” prosegue l’esperta.

Punti in più per il Consorzio Chianti Classico e le cantine a favore di questa modifica?

” Sí, utilizzare vitigni autoctoni aggiunge oltre che valore al territorio, un senso di identità per il Chianti Classico e il vino italiano sul mercato internazionale. L’austerità del Sangiovese si trova in tutte le bottiglie in esposizione, chi in purezza o con un assemblaggio di vitigni autoctoni/internazionale. Tanto rispetto per il territorio, per consegnare prodotti di eccellenza.
Parlando con i produttori ho sentito questa sensibilità verso la sostenibilità, lasciando da parte i numeri di produzione e pensando più a valorizzare il territorio.”

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Ottime annate la 2018, 2019 e 2020, tanta informazione da condividere quest’anno.
Evento, possiamo dirlo, pienamente riuscito.

Evviva il Made in Tuscany!

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