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Dario Viti: il sognatore dei sognatori

Dario Viti, vive e lavora a New York da diversi anni : è il sognatore dei sognatori.

La parlata tipicamente romana, ma l’occhio attento di chi è ormai un Big Apple Citizen.

Nel suo blog si legge:

” Quando si viene a vivere a New York, sull’aereo si muore e si rinasce. Tutto ciò che sei stato prima nella tua città di appartenenza non ti rappresenta più.”

Chi è esattamente DV?

Un sognatore, uno che sempre amato questa città, NY. Sono venuto in vacanza qui 12 volte da turista, sempre con il sogno nel cassetto di rimanerci e far parte della gente che la popola, far parte di questa energia. Ci sono riuscito 6 anni fa ed ora sono un newyorkese o meglio un romano diventato newyorkese. Sono un videomaker e creo contenuti pubblicitari per molte attività commerciali italiane qui in città. Sono stato uno dei primi a farlo e sta portando i suoi frutti. 

Devi sempre ricordarti che sei un sognatore, che la metropoli la guardavi attraverso uno schermo ed ora che ci sei dentro ti stai mettendo in discussione per essere parte di lei. 

VideoMaker per un famoso imprenditore, possiamo dirlo? ma anche l’occhio dei tanti sognatori ( così li chiama!) che ti seguono ogni giorno.

Si, collaboro con una persona che per voi è famosa, ma per me ormai è un caro amico, Piero Armenti. Ci conosciamo da 3 anni e mezzo e, grazie a lui, ho acquisito un pò di popolarità sui social media. Piero per me è un maestro di comunicazione, ed è una persona importante al mio fianco perché io adoro circondarmi di gente creativa, stimola la mia curiosità e la voglia di imparare e provare cose nuove.

I sognatori che mi seguono tutti i giorni li devo solo ringraziare, perché Piero mi ha aiutato a farmi conoscere, ma loro hanno sempre creduto in me e non mi hanno mai lasciato, soprattutto nel momento del bisogno. I “sognatori” sono una community forte anche se sembra piccola, credetemi sono tanti, sono presenti sempre.

– Quanto è importante per Dario comunicare con i suoi follower? Anche se qualcuno si mostra poco rispettoso…

Con la community si deve creare un legame di “amicizia”: io accendo il telefono e registro le mie storie come se stessi mandando un messaggio ad un mio amico stretto. Alle persone piace questo modo di comunicare perché si sentono parte della tua vita, e parte di quello che sto vivendo, nel bene o nel male. Chiaramente, c’è anche chi questa cosa non la capisce ma…come si dice? Non si può piacere a tutti no?

New York è cambiata, dopo la pandemia, è diventata più pericolosa. A tuo avviso, perché?

E’ un tema molto caldo sul mio canale che divide il pensiero di molti. Diciamo che NY prima della pandemia era un posto molto sicuro, dove si poteva passeggiare di notte e prendere la metropolitana per andare in posti più disparati a qualsiasi ora. In questo momento storico, bisogna stare un poco più attenti perché si è meno tutelati e c’è meno presenza di polizia per le strade. Chi vive in città da anni conosce la metropoli e sa come muoversi e comunicare, se dovesse servire, mentre a chi viene da turista consiglio sempre di stare attenti e di muoversi in gruppi o con i taxi perché non si conosco determinate zone.

Forse siamo cambiati anche noi tutti. Siamo diventati più aggressivi e meno socializzanti, e cerchiamo di tutelarci maggiormente. 

Quanto ha influito a tuo avviso il grande impatto del terrorismo mediatico ( stampa e tg) sulle nostre paure?

Tanto, in Italia specialmente è stato fatto il lavaggio del cervello. Non vivendoci mi baso su ciò che mi viene raccontato dalla community o dalla mia famiglia che vive a Roma. Ogni giorno per molti mesi ho letto messaggi dove la gente travisava la realtà e non aveva più voglia di fare nulla. Si è speculato tanto su questo argomento, sicuramente quello che è accaduto nel 2020 è stata un fatto eccezionale e storico, ma si è esagerato e ne hanno risentito soprattutto i più deboli.

È ancora un sogno da perseguire quello di raggiungere l’America per realizzarsi a livello professionale  ?

E se si, quali strade percorrere? 

Sicuramente, se si è giovani e si ha la possibilità di venire a fare un corso o un master qui, ti dico assolutamente si. Se si è più grandi ci si può provare ma ci vuole tanta fortuna. Bisogna venire qui con un forte background alle spalle, e con la consapevolezza si conoscere bene un mestiere perché la rivalità è alta. Se si viene qui solo perché è NY e si è stanchi di vivere la vita in Italia, ve lo dico sincero. lasciate perdere. E’ cara, tanto cara, e senza un visto lavorativo si viene sfruttati. Si sta meglio a casa nostra a questo punto. Detto chiaro?

Nei tuoi video IG tratti vari argomenti, oltre a simpatiche battute, o sketch con personaggi del luogo, imprenditori o amici, e cerchi di informare sulle varie situazioni.

Credi che i social possano sostituire la stampa? 

Purtroppo i riflettori sui social ed il loro uso li hanno anche persone non troppo competenti. I bravi ed i preparati, a volte, non vengono calcolati perché i social sono immediati. Sono per un pubblico che si vuole rilassare e vuole evadere dai problemi quotidiani. Vanno bene e diventano virali video e personaggi demenziali per questo motivo. Informare e documentare è un arte che non trova spazio sui social. Ci si può arrivare con un linguaggio, magari più spiccio e per tutti, ma non è la stessa cosa. Io provo a farlo ma so che non potrò mai sostituire un professionista .

Ultima domanda:  Come vedi il tuo futuro?  

Pensi di rivedere la tua carriera professionale in altri paesi?

Il mio futuro attualmente è molto incerto perché ci sono parecchie voci nella mia testa che mi urlano cose diverse. Penso di rimanere a NY, anche se altre città mi stanno chiamando, soprattutto la mia Roma. Ma per ora non sono prontissimo per un mio ritorno in patria in modo definitivo. Mi auguro di incontrare ancora persone positive nel mio cammino che mi facciano stare bene, e mi diano la forza di affrontare queste dure giornate newyorkesi.

Grazie Dario!

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