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Domenico vacca: il made in italy? deve venir supportato perchè è a rischio.

Chi lo afferma è Domenico Vacca: il Made in Italy di eccellenza, da New York, a Roma, dove ha aperto di recente una boutique. E poi, chissà…

Conosciuto nel mondo come stilista e imprenditore, per la qualità, la bellezza della sua linea, la serietà e per aver vestito attori importanti del mondo Hollywoodiano, del calibro di Al Pacino, Denzel Whashington, Forest Whitaker, Dustin Hoffman, Jodie Foster, Jeremy Piven e molti atri, di recente ha partecipato alla 19.a edizione di Magna Grecia Film Festival in Catanzaro, ed ha ricevuto il Premio Colonna d’Oro proprio come creatore di costumi per oltre 50 film e serie tv, da Anton Giulio Grande, Direttore artistico del Festival.

Lo incontriamo in questa bellissima occasione, molte le curiosità…

Dall’America all’Italia, causa pandemia o un ritorno a casa?

“Prevalentemente causa pandemia. Sono stato a New York per il primo periodo di lockdown e poi, rientrato in Italia per i mesi estivi ho deciso di rimanervi un po’ più a lungo a causa del secondo periodo di lockdown. E’ stata l’occasione per guardarmi attorno, riflettere, progettare. E così ho pensato che era il momento di aprire il primo negozio Domenico Vacca in Italia, a Roma, e di investire in due immobili in Puglia per realizzare due alberghi a 5 stelle: “Domenico Vacca in Italia” dopo l’esperienza molto positiva di un albergo a New York aperto 7 anni fa e poi venduto 6 mesi prima dell’inizio della pandemia. Sono sempre stato convinto che i momenti di crisi possono essere delle grandi opportunità di business.”

Un successo ormai consolidato, dato anche ( ma non solo) per aver vestito il mondo di Hollywood, in Italia che differenze ha trovato come riconoscimento del suo stile?  

“Il negozio di Roma, aperto nel dicembre 2021 mi sta dando delle belle soddisfazioni. Roma offre una clientela internazionale e molti americani già nostri clienti fanno shopping nel negozio di Roma durante le loro vacanze in Italia. Gli italiani possono finalmente trovare una qualità che ormai era andata persa. Penso che sia il momento giusto per offrire delle collezioni di grande qualità Made in Italy e di allontanarsi un po’ dal fast fashion e offrire anche agli italiani dei capi di qualità interamente realizzati qui, dalla bravura dei nostri stilisti e artigiani “

Il suo nuovo store in Piazza di Spagna vuole rappresenta una svolta professionale?

“E’ una espansione del brand, a Roma e in seguito prevediamo una apertura a Milano. L’intenzione è di portare il nostro marchio, tutto italianissimo, qui in Italia e dall’Italia ci espanderemo anche in tutta Europa, Europa dell’est ed Emirati Arabi.”

Crede che serva più attenzione e miglior marketing del nostro Made in Italy per farlo conoscere maggiormente come qualità. Cosa può fare la politica in questo senso? 

E’ un periodo un po’ strano per il Made in Italy, se ne parla tanto ma molti marchi italiani ormai producono tutto in Cina, in Albania, Romania e altri paesi al di fuori dell’Italia. Bisognerebbe avere leggi più rigide per identificare i prodotti come prodotti Made in Italy, dei controlli più rigorosi, perchè il Made in Italy e’ la nostra forza, e’ la nostra marcia in più, crea PIL, se continuiamo a fare produrre all’estero e a realizzare solo alcune fasi di lavorazione in Italia per poter etichettare i prodotti come Made in Italy perdiamo posti di lavoro e qualità, ed a lungo andare questi due elementi non aiuteranno il nostro paese ma lo priveranno del nostro patrimonio più importante per la nostra nazione.”

La moda è ancora oggi, assieme al comparto enogastronomico, la leva italiana del Made in Italy, ma la fatica è ancora molta per far capire la grande qualità, cosa farebbe lei per sostenere le imprese come imprenditore?

” Prima di tutto rendere la produzione in Italia più competitiva con degli sgravi fiscali per le aziende: in Italia si pagano troppe tasse molto spesso per servizi inesistenti, in America si pagano meno tasse e i servizi pubblici e sociali costano molto meno e funzionano. Come già detto serve proteggere il marchio Made in Italy aiutando le imprese che producono i loro prodotti interamente in Italia. Aiutare con programmi a 5 anni le imprese ad internazionalizzarsi in modo da esportare sempre di più il Made in Italy in tutto il mondo. Ora lo fanno solo i grandi brand e per una piccola/media impresa e’ ancora molto difficile per la mancanza di capitali da investire all’estero per penetrare nuovi mercati.”

New York, lo sappiamo rappresentare il grande sogno, è ancora così? 

” Un po’ meno, la concorrenza e’ tanta, e oggi se non si ha un prodotto molto valido e tanti soldi da investire non si riesce a penetrare il mercato americano. E’ cambiata molto negli anni, anche se ancora esistono i nostri grandi marchi italiani!

Il suo store, a Manhattan, ha riaperto le porte? Crede che serva cambiare visione di questi bellissimi luoghi intrecciando in essi il senso di luogo di cultura? 

” Il nostro negozio, prima sulla Fifth Avenue e ora sulla Madison Avenue e’ sempre stato un luogo di cultura. Le nostre collezioni ready to wear e su misura vanno spiegate, l’americano va educato alla qualità e all’Italian Style. Inoltre organizziamo spesso, tra l’altro come facciamo nella nostra boutique di Roma, eventi culturali diretti a promuovere l’Italia e la cultura italiana ospitando conferenze, presentazioni di libri, vernissage di artisti italiani. La moda è cultura, è arte, ingegno, creatività, quindi vanno a braccetto”

E finchè avremo “creator of costumes” come Domenico Vacca, il Made in Italy può brillare ancora!

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