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“Sospesi per cinque giorni per un gioco”… Un gioco?

“Sospesi per cinque giorni per un gioco”. Un gioco? Quale gioco?.. E’ un gioco, forse , quello di sparare pallini contro una docente?

Accade all’ Istituto tecnico industriale Viola Marchesini di Rovigo. Stavolta presa di mira è un’ insegnante colpita in classe con pallini sparati da una pistola a molla e ripresa con un telefonino dai suoi studenti.

Ormai è diventato un gioco, per il quale poco si rischia e ci si diverte molto.

Michael Paperetti, giovane insegnante di scuola secondaria e catechista, sostiene :

Sospesi per cinque giorni i ragazzi che, con una pistola ad aria compressa, hanno sparato all’insegnante alla testa. Per due giorni, invece, non potrà andare a scuola lo studente proprietario del giocattolo.
Come ha spiegato la dirigente scolastica Isabella Sgarbi, la vicenda è avvenuta in una classe di prima superiore e nessuno dei ragazzi protagonisti della “bravata” proviene da famiglie disagiate. Benché, a mio avviso, non avrebbe cambiato la gravità del gesto.

“La dirigente – prosegue Paperetti- ha poi spiegato che per loro si sarebbe trattato di un gioco ( Un gioco????) senza rendersi conto di «irridere un pubblico ufficiale».
Dobbiamo ammettere che la situazione, in molte realtà, è ingestibile. I continui episodi quotidiani lo confermano.
Per quanto mi riguarda, forse per il mio temperamento e per la giovane età, non ho mai assistito a niente di simile; salvo alcune accese discussioni tra compagni che ho sempre placato con ascolto e pazienza. Dobbiamo chiederci: perché succede? Perché nel 2022 è normale ciò che normale non è?
Lo dico chiaramente, distaccandomi dal “politicamente corretto”:

Avviene per colpa di genitori che anziché comportarsi come educatori, sono “fans sfegatati” dei propri figli.


Genitori sempre pronti a difenderli, a correre, a incolpare solo ed esclusivamente il corpo docente.
Genitori che credono solo alla versione dei propri figli, spesso mistificante. Genitori convinti di avere in casa Pico della Mirandola, Michelangelo, o Dante. Pronti a giustificare le assenze strategiche, la maleducazione sconfinata, pronti a contestare i voti e le annotazioni.


Ci sono famiglie – questo mi è capitato in più occasioni, compresi i consigli di classe straordinari – che vorrebbero addirittura “insegnare ad insegnare” e a dare le valutazioni.
È necessario un cambiamento socio-culturale di fondo. Per altro, cosa ancora più triste, tutto questo avviene per una manciata di like sui social, per diventare un caso mediatico, per quella tanto ambita notorietà. Notorietà che – agli occhi delle persone mentalmente sane – rende questi ragazzi degli emeriti idioti.
Altra questione: i cellulari, a scuola, dovrebbero essere sempre spenti. Sempre. Non hanno alcuna utilità.
E finiamola con la scusa dei progetti perdi-tempo o dei vocabolari! A scuola si scrive a mano! I vocabolari esistono cartacei. Li abbiamo sempre portati, abbiamo sempre scritto a mano – e in corsivo – e siamo ancora vivi!

Rammarica notare che, ahimè, stiamo perdendo completamente il lume della ragione, della tradizione e della serietà!
La maggior parte dei professori anziché “tracciare un segno” è costretta a domare circhi. Questo costante contenimento della maleducazione ostacola il regolare percorso didattico di coloro i quali per definizione dovrebbero costituire l’avvenire del popolo italiano.
Io – che amo con tutto il cuore – gli studenti che ho avuto, non posso che rimanere stupefatto di quanto si verifica in questo periodo. Penso anche al caso di Pontedera.
Il compito degli studenti è formarsi e crescere, sia a livello spirituale-mentale sia emozionale.
La prima educazione però si impara in famiglia, non a scuola.
Concetto semplice a dirsi, ma meno nei fatti.
Inoltre, trovo che cinque giorni di sospensione facciano abbastanza sorridere.


Per coloro che disattendono le regole del civile comportamento si devono applicare provvedimenti disciplinari esemplari (quali la pulizia della scuola, servizi socialmente utili, attività extracurricolari pomeridiane e/o serali).
Possibilmente evitando le contestazioni delle famiglie che, a forza di gridare “poverini”, stanno rendendo i loro figli degli eccellenti irresponsabili e ignoranti.
Signori miei, a tutto c’è un limite.”

Aggiungo: Guai a derubricare il gesto come una “ragazzata” ! Guai.

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