family g6ad08c3e1 640

“Inidoneità genitoriale” un dramma tutto italiano

“Inidoneità genitoriale” un dramma di molte famiglie italiane. Una sofferenza inaudita inflitta ingiustamente ad una madre per mano dello Stato e della “legge” del nostro Paese.

Una crudeltà legalizzata, abominevole, che fa venire le lacrime agli occhi e il vomito alla bocca. Una vicenda che non ti fa dormire la notte e che ti fa capire quanto ognuno di noi possa essere così tremendamente vulnerabile. Da un giorno all’altro può cambiarti la vita per sempre.

Ci si chiede come sia possibile, nel nostro tempo, che i giudici possano emettere sentenze da Medioevo strappando una bambina ai propri genitori. Ci si chiede che cosa abbiano fatto di così tanto male Gabriella Carsano e Luigi Deambrosis per meritare tanto accanimento quando spesso la legge tutela addirittura mafiosi, assassini e pedofili.

La vicenda è quella dei due genitori che nel 2010 ebbero una bambina all’età di 57 anni (Gabriella) e 68 anni (Luigi) tramite la fecondazione eterologa e che è stata sottratta loro dopo anni di contorte vicende giudiziarie per “inidoneità genitoriale” dei due coniugi e data prima in affido poi in adozione definitiva. Eppure Gabriella e Luigi hanno lottato così tanto per avere un figlio, tentando inutilmente anche la via dell’adozione. Destino beffardo per la povera donna che qualche giorno fa è morta per un mesotelioma senza poter rivedere la sua amata figlia. Senza poterla riabbracciare nemmeno un istante.

È morta di crepacuore, altro che di tumore.

Una vicenda straziante che lascia davvero l’amaro in bocca e che pone tanti interrogativi nelle nostre coscienze più profonde. 

Non credo in vita mia di aver mai avuto notizia di un’ingiustizia così inaudita e totalmente gratuita perpetrata da un essere umano nei confronti di un altro essere umano. Addirittura dallo Stato, da dei giudici che avrebbero dovuto tutelare quella famiglia e non sfasciarla completamente.

Giudici ed assistenti sociali senza cuore e senza figli. Come hanno fatto a guardarsi allo specchio in tutti questi anni?

Come si può togliere un figlio ai propri legittimi genitori? Qualcuno ha mai tolto dei figli ai mafiosi o a degli assassini o a dei pedofili? No. Eppure a Gabriella e Luigi è successo proprio questo. Bibliotecaria lei, giornalista in pensione lui, senza alcun problema sociale ed economico.

La loro colpa? Essere troppo “vecchi” per crescere una figlia voluta ed amata più di loro stessi.

“Inidoneità genitoriale”. Cosa significa? Chi può sentirsi così onnipotente da decidere che una mamma ed un babbo siano inidonei a crescere i propri figli?  E cosa vuol dire inidoneo? 

Questo è sufficiente per togliere una figlia ai genitori? Ma davvero basta così poco per meritare l’accanimento di assistenti sociali e giudici e psicologi? Quanto deve aver sofferto Gabriella? Quanto deve aver patito nel vedere la camerina vuota, i vestitini riposti nell’armadio, il seggiolotto vuoto?

Quante volte avrà sognato la sua bambina, desiderato respirare il suo odore, toccare la sua pelle ed i suoi capelli fino ad impazzire totalmente? Quante volte l’avrà cercata nei bimbi che incontrava per strada? E la bambina? Non avrà sofferto ad essere strappata alle braccia della sua mamma? Davvero tutto questo è stato fatto per il suo bene? O è solo un delirio di onnipotenza di gente frustrata e che si sente superiore anche a Dio stesso. Quante volte l’avrà cercata, quante volte avrà urlato il suo nome con il visino rigato di lacrime?

No, non è possibile che tutto questo sia qualcosa di reale. Perché uno Stato che permette questo è uno Stato malato, aberrante, uno Stato da cui si può solo aspettarci il peggio del peggio e sperare di non doverci avere mai  niente a che fare. Uno Stato di cui avere paura.

Un figlio è parte di te, del tuo corpo, delle tue viscere. È come se qualcuno dicesse “ti stacco un braccio perché tu sei inidoneo a tenerlo attaccato al tuo corpo”. Ma quel braccio è tuo. 

Per questo è doveroso scrivere. Un dovere morale. Perché una cosa del genere non accada mai più.

Perché nessun essere umano si merita quello che Gabriella ha dovuto soffrire. Perché non si perda il ricordo di Gabriella, la mamma a cui lo Stato ha sottratto la propria bambina. Tante sono le lettere che Gabriella ha scritto nel corso degli anni alla sua figlia per dirle che lei non l’ha mai abbandonata. Così ci piace pensare che quelle lettere un giorno saranno lette con amore da una bambina che mai avrà dimenticato la sua vera mamma.

Così ci piace pensare che forse, un giorno, chissà, mamma, babbo e figlia si riabbracceranno in un mondo migliore di questo terreno. 

Alessandra Tuci

Logo The post a journal of Antonella Gramigna

Il posto perfetto per parlare e condividere
tutte le storie che contano davvero.