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Mi chiamo Giambruno, e sono giornalista.

Mi chiamo Giambruno, e sono giornalista. Come tale intervengo su tanti temi, attuali e talvolta anche scomodi. Non dovrei? Dovrei. Anzi, devo.

Potrebbe dirla lui stesso questa frase, da tanto che rimbalza nell’opinione pubblica il suo nome collegato dalla ormai famosa frase choc.

Ma non l’ha detta lui, la dico io. Da collega, e da lettrice.

Perché è dovere primo di chi fa informazione quello di ( appunto) analizzare fatti e circostanze, vederne ogni aspetto sotto diverse angolazioni. Dire che “ bere fa male e rende anche meno lucidi quando incontri i lupi ” è dire la verità, condivisa sicuramente da tutti. Ma, c’è un ma.

Il politically correct, oltre ad una schiera di persone oggi incapaci di leggere fino in fondo, e di comprendere se non seguire pedissequamente ad esercito telecomandato le istigazioni di certa stampa che non perde tempo ( nè vizio) di attaccare con qualsiasi mezzo e scusa quella parte politica che gli sta avversa, dettano di fatto l’agenda “social” di questo paese.  Social in cui ognuno dice la sua, ognuno tracimando e trascinando rabbie incontrollate, frustrazioni, dissapori e critiche forti. Chi stupra, violenta, aggredisce, o peggio uccide, va severamente punito. È indubbio pure questo. Ma se sei “ fatta” sei più più vulnerabile, più facilmente aggredibile,  perché difficile reagire. Già lo è in condizioni normali, figuriamoci! Ma perché così tanta indignazione per l’avvertimento suggerito, cioè quello ( appunto) di non ubriacarsi perché la sbornia inibisce le difese, intontisce e quindi si è alla mercé di chi potrebbe abusare di noi?

Perché ci si ferma al dito e non si guarda la luna. Perché se lo avesse detto qualche giornalista di riferimento alla sinistra sarebbe stata ovazione. Ma, invece, l’ha detto il compagno della premier Meloni, quindi è da condannare. Lui, come altri in passato, subisce la stessa sorte. Non deve parlare, deve stare attenti alle parole perché ha addosso il peso della responsabilità.

Perché la libertà, quella tanto osannata libertà, sta esattamente nel perimetro di chi decide “chi e cosa” dire.

Perché la immensa pletora dei social writer insorge come telecomandata, solo perché si vuole seguire l’onda del dissenso politico.

Guai a mettere il dito nell’affair violenza! È affair di stampo “rosso”, come tale intoccabile. 

Se tu vai a ballare, hai tutto il diritto di ubriacarti, certamente. Però se eviti di ubriacarti e perdere i sensi, eviti di incorrere in determinate problematiche, e poi rischi che il lupo lo trovi”, la frase choc. 

Per i politici dell’opposizione uno dei più chiari esempi di “victim blaming”, colpevolizzazione della vittima. 

Ed anche una frase, peraltro di “buon senso“, che tutti i padri e le madri dicono ai propri figli, viene così strumentalizzata per colpire chi si detesta. In tal caso Giorgia Meloni. Si, perché a dirla è il suo compagno, l’unico giornalista a non avere libertà di parola in Italia.

Fine della storia. 

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