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Colline Albelle: gioiello di Riparbella

” Il vino è la poesia della terra!” ( Mario Soldati)

Una strada stretta ed una ripida salita porta a circa 350 metri di altezza, il tanto che basta per respirare la salsedine e l’odore del mare. Sono storie queste, di amore, di passione naturalmente per il vino come questa che inizia nel 2016.

“Il panorama era così bello, e aperto su di un vigneto abbandonato, bellissimo e dal grande potenziale. Abbiamo deciso che era ora di riportarlo in vita” raccontano tre appassionati produttori di vino in Francia e Bulgaria, che insieme alle loro famiglie, e la passione per la Toscana li ha portati a scoprire una tenuta a Riparbella, un bellissimo paesino sulle colline che si affaccia sulla Costa Toscana.

E’ così che nasce il loro sogno : Julian Reneaud ha saputo dare al progetto enologico una lettura tecnica ma al contempo passionale, dandone un’interpretazione moderna che fonda le sue radici nei principi di sostenibilità e biodiversità.

Dilyana ha fornito le linee guida per la definizione dei vini, mentre Irena si è occupata della parte artistica del progetto.

Il terroir dei vini di Colline Albelle, segna di fatto la loro identità. I vigneti, infatti, si trovano sui crinali di due colline e godono dell’influsso della brezza marina. I suoli sono sabbiosi, ben drenati e ricchi di calcare dove le acque sotterranee rendono i terreni freschi che naturalmente ritardano la maturazione delle uve e aiutano a sviluppare una corretta acidità.

L’incontro con queste eccellenze toscane da Atto, di Vito Mollica, il ristorante gastronomico di Palazzo Portinari Salviati a Firenze, che si apre nella Corte degli Imperatori, il nucleo più antico dell’edificio, tra le sale e salette dalle volte affrescate da Alessandro Allori.

Lo chef stellato ha elegantemente coniugato le portate con i vini della Cantina Albelle, in un susseguirsi di emozioni e sapori.

Ogni portata, il suo vino, la sua storia, il racconto di Julian che ha preso tutti per mano, per condurci dentro questa tenuta che è già alla ribalta e che darà presto altri grandi risultati, con progetti di Hotelèrie di alto livello.

Equilibrati, Eleganti. Espressivi. Così vengono definiti.

“Ci vediamo come ambasciatori delle varietà locali e autoctone come il Ciliegiolo, Sangiovese e Vermentino, ma desideriamo ripristinare anche una varietà quasi perduta, il Canaiolo Bianco. Fanno parte della squadra anche due globe trotter, il Merlot e il Petit Manseng.”

Spinti dei principi di un’agricoltura biologica e biodinamica, crediamo nell’armonia e nell’equilibrio di ogni elemento per creare un pura espressione di questo terroir unico.

I vini principali sono Serto, Altenubi e Halis, rispettivamente Sangiovese, Ciliegiolo e Canaiolo Bianco. Tre imponenti toscani in purezza, provenienti da tre singole parcelle di vigna. Tre nomi che sulle morbide etichette di carta bianca sembrano guardare dall’alto i rispettivi vigneti, talvolta accarezzati da una nuvola passeggera.

Colline Albelle Inbianco, un Vermentino in purezza, e Colline Albelle Inrosso, 100% Merlot, completano la collezione.

Inbianco  proviene da un terreno di circa 30 anni. Le uve sono state vendemmiate anticipatamente per cercare di mantenere una buona acidità e aromaticità.

“Volevo creare un vino aromatico, come lo Champagne ma con la bevibilità del Vermentino”, racconta Julian.

Inrosso 2020è un Merlot in purezza proveniente da un vigneto di circa 25 anni. Al sentore: un profumo delicato di mirtillo, foglie di pomodoro, note erbacee di macchia mediterranea e balsamiche di pino marittimo e di mare. Al gusto mostra la sua bella struttura corposa, anche grazie ai tannini ben presenti e vellutati, ma anche la sua piacevolezza grazie ad un finale persistente, aromi freschi e fruttati.

E per dirla alla Hemingway: “ Niente è più vero del vino: un esempio di ciò che la natura sa offrire”

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